Il Tempo della Fotografia
La fotografia, come tutte le forme espressive,
è principalmente comunicazione.
Nell’attuale periodo culturale, la maggior parte della comunicazione avviene attraverso l’immagine;
e il cinema, la televisione, la stampa, la pubblicità, e internet vivono dell’immagine;
il nostro stesso cervello trattiene molte più informazioni grazie alla percezione visiva
che non agli altri quattro sensi.
E poi l’evoluzione tecnologica ci ha imposto l’immediatezza comunicativa.
I contenuti che una volta potevano essere espressi prescindendo dalla temporalità,
ora devono essere trasmessi in maniera subitanea.
E’ come se ciò che manca alla nostra vita fosse il tempo;
non possiamo permetterci di perderlo;
la qualità della vita si dilata, la stessa vita media si allunga,
e paradossalmente il tempo si contrae e svanisce;
manca il tempo; non ce n’è più di tempo;
ed ecco che non c’è più tempo neanche per ascoltare;
abbiamo disimparato ad ascoltare;
ascoltare i segnali della società, i segnali che gli altri ci mandano, i segnali che il nostro corpo ci trasmette, i segnali che il nostro spirito ci invia.
Abbiamo imparato tralasciare tutti i sensi a favore di ciò che riceviamo per immagini, ricercando così quella comunicazione che pretende meno tempo.
E’ a tale proposito che la fotografia, come tutto ciò che è immagine,
assume una rilevanza fondamentale.
Spesso ci racconta di più un’immagine di guerra che l’articolo del giornalista;
e soprattutto ce lo racconta in meno tempo.
E le immagini dei cartelloni pubblicitari di Oliviero Toscani di qualche anno fa,
viste dalla nostra auto per qualche frazione di secondo,
rimanevano impresse nella nostra mente continuando il loro lavoro di provocazione.
Ed ecco una prima responsabilità per chi, come me, opera con la fotografia:
avere a disposizione un mezzo, la fotografia, con delle potenzialità enormi,
e in perfetta sintonia con l’esigenza odierna.
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