Saddam: il mondo finisce il 2006 con un cappio al collo
Il 30 dicembre quando in Italia non era ancora l'alba, è stata eseguita a Baghdad la pena capitale per uno dei dittatori più spietati degli ultimi anni.
I pochi fotogrammi presentati dalle tv italiane, mostrano un uomo al cui collo viene messo un cappio da altri uomini incappucciati. Queste immagini, presentate per soddisfare la curiosità umana occidentale, sono di una violenza inaudita. Non basta aver tagliato il macabro finale perchè i redattori e direttori dei tg possano sentirsi con la coscienza a posto. Non è il gesto tecnico di un corpo che cade nel vuoto appeso ad un cappio, ad essere violento; non è la morte stessa ad essere violenta; lo sono gli istanti che la precedono, lo è lo sguardo di quell'uomo resosi colpevole di stermini, omicidi e distruzioni; lo sono i suoi occhi con tutto quello che trasmettono; è violento la messa al collo di un cappio di misure sproporzianate, insolitamente grande, ed è violenta la presenza di uomini incappucciati che sembrano trarre soddisfazione nel più efferato gesto che un essere umano possa compiere. Ma quanti di quete esecuzioni avvengono a nostra insaputa giornalmente nel mondo? quanti omicidi e quante pene capitali vengono consumati quotidianamente negli angoli più remoti della terra? Noi europei, fortunatamente, non siamo più abituati alla morte perchè la guerra per noi è lontana nel tempo e nei luoghi. Ma un'esecuzione, di un qualunque essere umano, e per di più avvallata dal tacito consenso dei media, del mondo politico, e del nostro individualismo e menefreghismo, è un cappio al collo di tutto il mondo occidentale che non è in grado di fermare quella stessa violenza che condanna, ma di cui ipocirtamente si alimenta.
Un felice 2007 in cui possano realizzarsi i nostri sogni
con un pensiero a chi non è più con noi.
Paolo
I pochi fotogrammi presentati dalle tv italiane, mostrano un uomo al cui collo viene messo un cappio da altri uomini incappucciati. Queste immagini, presentate per soddisfare la curiosità umana occidentale, sono di una violenza inaudita. Non basta aver tagliato il macabro finale perchè i redattori e direttori dei tg possano sentirsi con la coscienza a posto. Non è il gesto tecnico di un corpo che cade nel vuoto appeso ad un cappio, ad essere violento; non è la morte stessa ad essere violenta; lo sono gli istanti che la precedono, lo è lo sguardo di quell'uomo resosi colpevole di stermini, omicidi e distruzioni; lo sono i suoi occhi con tutto quello che trasmettono; è violento la messa al collo di un cappio di misure sproporzianate, insolitamente grande, ed è violenta la presenza di uomini incappucciati che sembrano trarre soddisfazione nel più efferato gesto che un essere umano possa compiere. Ma quanti di quete esecuzioni avvengono a nostra insaputa giornalmente nel mondo? quanti omicidi e quante pene capitali vengono consumati quotidianamente negli angoli più remoti della terra? Noi europei, fortunatamente, non siamo più abituati alla morte perchè la guerra per noi è lontana nel tempo e nei luoghi. Ma un'esecuzione, di un qualunque essere umano, e per di più avvallata dal tacito consenso dei media, del mondo politico, e del nostro individualismo e menefreghismo, è un cappio al collo di tutto il mondo occidentale che non è in grado di fermare quella stessa violenza che condanna, ma di cui ipocirtamente si alimenta.
Un felice 2007 in cui possano realizzarsi i nostri sogni
con un pensiero a chi non è più con noi.
Paolo
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