martedì, dicembre 09, 2008

CRISI... CHE FARE?....

Certamente la situazione economica generale non induce a pensieri di ottimismo
e la maggior parte delle imprese italiane sta "navigando a vista" in attesa di conoscere gli input del mercato.

In questa situazione moltissime aziende stanno rivedendo e ridimensionando i budget, e rafforzando la sempre più indispensaabile politica di ottimizzazione dei costi.

Ma questo non deve significare perdere la visiblità acquisita,
perchè se una riduzione delle spese legate alla comunicazione può portare benefici nel breve periodo,
è incombente il rischio che questa politica nel medio termine si ritorca contro,
rendendo poi arduo il recupero del terreno perduto.

Henry Ford ha detto:
Chi smette di fare pubblicità per risparmiare soldi
è come se fermasse l'orologio per risparmiare il tempo.

Nei periodi di cambiamento, cambiano le esigenze.
E' quindi importante comprendere a fondo cosa richiede il mercato
e orientare la comunicazione di conseguenza.

Solo chi, attraverso una oculata analisi e una altrettanto efficace srategia di marketing,
(che non deve mai perdere di vista la comprensione e la soddisfazione dei bisogni dell'altro)
avrà il coraggio di mantenere intelligentemente la propria visibilità
potrà oltrepassare il momento contingente
raccogliendo finalmente i frutti del proprio appassionato lavoro
e traendo finalmente i benefici desiderati .

Buon lavoro e in bocca al lupo per il 2009!!!

domenica, giugno 15, 2008

MENTI CREATIVE

Ho creato una lista di crescita personale e professionale per persone che desiderano vivere della propria creatività. Qui si condividono la propria esperienza, i propri problemi e i propri successi mettendo in pratica tecniche e schemi mentali che ci permettono il raggiungimento di ciò che desideriamo. Tutto parte dal sogno, perchè nulla accade se prima non lo hai sognato e desiderato fortemente. Ciò che siamo noi ora è semplicemente un risultato; il risultato del nostro modo di pensare passato. Ecco perchè la parola "creative" del logo Menticreative è capovolta; non per dare una infantile idea di creatività, ma perchè per ottenere quello che si vuole, è necessaria una mente creativa, una mente che ragioni e operi in maniera opposta a quella che ha determinato i risultati che non ci soddisfano. E poichè i limiti nella vita sono solo quelli della nostra mente, qui noi impariamo a superarli.

Vi aspetto su Menticreative!

domenica, maggio 25, 2008

IL PRIMO CORSO DI PHOTOSHOP ON LINE

E' partito il mio corso di Photoshop on line. Si tratta di un corso in video conferenza e screen sharing in cui ciascun iscritto sarà seguito personalmente sfruttanto le possibilità di internet e di programmi di videoconferenza. Proprio la caratteristica di personalizzazione, in funzione sia delle esigenze e sia delle dinamiche di apprendimento dell'iscritto, rendono questo corso unico in Italia. La possibilità di vedere sul proprio computer la scrivania del docente, come pure il docente vedere la vostra e correggervi negli errori, rende questo corso di un'efficacia straordinariamente unica. La prima sessione è assolutamente gratuita. Dopodichè si valuterà il percorso didattico più consono alle necessità dell'iscritto. Prenota ora la tua sessione GRATIS del primo videocorso di Photoshop in screen sharing. Chiedi informazioni a art@paolofrega.com oppure chiama il 349 2540045 QUI LE CARATTERISTICHE DEL CORSO

domenica, marzo 25, 2007

Il secondo film Pirelli















E' online il secondo film Pirelli.
Divertente, con una splendida Uma Thurman ma il primo era sicuramente più suggestivo e originale.
Rimane comunque il pregio della Pirelli di continuare a lavorare sulla comunicazione in maniera egregia.

domenica, dicembre 31, 2006

Saddam: il mondo finisce il 2006 con un cappio al collo

Il 30 dicembre quando in Italia non era ancora l'alba, è stata eseguita a Baghdad la pena capitale per uno dei dittatori più spietati degli ultimi anni.
I pochi fotogrammi presentati dalle tv italiane, mostrano un uomo al cui collo viene messo un cappio da altri uomini incappucciati. Queste immagini, presentate per soddisfare la curiosità umana occidentale, sono di una violenza inaudita. Non basta aver tagliato il macabro finale perchè i redattori e direttori dei tg possano sentirsi con la coscienza a posto. Non è il gesto tecnico di un corpo che cade nel vuoto appeso ad un cappio, ad essere violento; non è la morte stessa ad essere violenta; lo sono gli istanti che la precedono, lo è lo sguardo di quell'uomo resosi colpevole di stermini, omicidi e distruzioni; lo sono i suoi occhi con tutto quello che trasmettono; è violento la messa al collo di un cappio di misure sproporzianate, insolitamente grande, ed è violenta la presenza di uomini incappucciati che sembrano trarre soddisfazione nel più efferato gesto che un essere umano possa compiere. Ma quanti di quete esecuzioni avvengono a nostra insaputa giornalmente nel mondo? quanti omicidi e quante pene capitali vengono consumati quotidianamente negli angoli più remoti della terra? Noi europei, fortunatamente, non siamo più abituati alla morte perchè la guerra per noi è lontana nel tempo e nei luoghi. Ma un'esecuzione, di un qualunque essere umano, e per di più avvallata dal tacito consenso dei media, del mondo politico, e del nostro individualismo e menefreghismo, è un cappio al collo di tutto il mondo occidentale che non è in grado di fermare quella stessa violenza che condanna, ma di cui ipocirtamente si alimenta.
Un felice 2007 in cui possano realizzarsi i nostri sogni
con un pensiero a chi non è più con noi.

Paolo

giovedì, settembre 07, 2006

Fotocamere Digitali: Un Nuovo Sito!

E' finalmente giunto alla conclusione del periodo di gestazione.

www.fotocameredigitaliweb.com

Sono felicissimo di comunicarvi il nuovo sito che parlerà in maniera il più possibile seria e approfondita di questo meraviglioso mondo: la fotografia.
E' una naturale evoluzione di questo blog in cui comunque continueranno ad apparire articoli che inserirò nel nuovo sito.
In questa nuova esperienza ho intenzione di inserire tutorial, storia, test sulle fotocamere, tecnica e le mie opinioni sugli eventi della comunicazione.

vi aspetto su:

www.fotocameredigitaliweb.com

Ciao!

domenica, agosto 13, 2006

Fotocamere Digitali Compatte: quale scegliere?

In questi giorni mi sono infilato nella giungla delle fotocamere digitali compatte, volendone acquistare una.
Pur avendo una certa esperienza di fotografia, mi sono ritrovato in uno stato di estrema confusione, tali sono la quantità di marche, la quantità di articoli posti sul mercato, e le caratteristiche da valutare che spesso, per una persona poco competente, risultano di difficile comprensione. Qualità dei sensori espressi in Mega pixel, dimensioni del display, sensibilità iso, filmati avi, zoom ottico - zoom digitale, ecc... sono solo alcune della caratteristiche che vengono descritte per facilitare una scelta, ma in realtà complicandola.

Andiamo per ordine.

La prima cosa da valutare è lo scopo dell'acquisto una macchina digitale compatta.
Di solito chi si rivolge a questo tipo di articolo non ha esigenze professionali e, nella stragrande maggioranza dei casi, l'utilizzo è quello di un ricordo dei momenti piacevoli delle vacanze o di documentazione e archivio.

Sappiamo che i primi vantaggi di una macchina digitale sono l'assenza di costi di pellicole e provini e l'immediata verifica del risultato. Si possono fare tutte le foto che si vogliono, compatibilmente con la memoria a disposizione, senza incorrere in spese oramai divenute inutili. Se si vorranno fare delle stampe fotografiche, si stamperanno solo quelle che si riterrà di dover fare.
Mentre se si cerca uno svantaggio, qualunque oggetto informatico si decida di comperare, e le digitali non sono esenti, nell'arco di un paio di mesi si troverà un modello con caratteristiche superiori allo stesso prezzo, o lo stesso modello ad un prezzo più basso.

Poichè la qualità dell'immagine finale è il primo fattore discrimante nella scelta di una fotocamera, vediamo da cosa dipende.
Essa è caratterizzata principalmente da due elementi: il sensore e l'obiettivo.

Il Sensore CCD
E ciò che sostituisce la pellicola, è quello strumento che cattura l'immagine. Esso scompone l'immagine in una serie di piccoli quadrati detti pixel. Ogni pixel registra il colore della luce che ha impresso in quel preciso punto il sensore digitale. La dimensione del sensore è quindi importante per definire l'immagine. Maggiore è la quantità di quadratini e maggiore sarà il dettaglio dell'immagine. Un sensore che ha come dimensioni 800 pixel di lato x 600 pixel di altezza (600x800) produrrà un'immagine da 480.000 pixel, ossia 0,48 Megapixel; uno da 1260 x 1440 produrrà un'immagine di circa 1,8 megapixel e un sensore da 3.072 x 2.304 ne produrrà una da 7,1 megapixel. Al momento in cui scrivo sono appena usciti modelli di compatte con sensori da 8 Mpixel.
E' bene sapere che produttori di CCD non sono molti. Sony, Panasonic e Philips sono i pezzi grossi del mercato e, quale che sia la marca della fotocamera che acquistate, probabilmente ci troverete un loro sensore.
Ma cosa ce ne facciamo di immagini di questa grandezza?
Se vogliamo fare delle stampe presso un laboratorio fotografico, per dei 10x15 sono sufficienti immagini inferiori di 1 Mpixel, per dei 15x21 tra 1 e 2 Mpixel, per i 20x30 tra 2 e 3 Mpixel, e così via.
Poichè queste immagini occupano un certo spazio nella memoria della macchina o nella memory card, va da sè che immagini di grandi dimensioni avranno bisogno di più spazio, limitando quindi il numero delle foto immagazzinate.

L'Obiettivo o Zoom Ottico
Tutte le digitali compatte hanno obiettivi zoom (chiamati zoom ottici), ossia obiettivi a focale variabile, nel senso che l'angolo di campo ripreso può essere variato semplicemente schiacciando un pulsante.
Ogni obiettivo è caratterizzato dalla sua focale: 5 mm, 15 mm, 45 mm, 100 mm.
Quindi uno zoom sarà identificato dal numero di due focali: quella minima e quella massima
E per garantire una qualità ottica eccellente, nonostante l'evolversi della tecnologia, vale da sempre la regola dell'1:3; ossia orientiamo la scelta verso macchine con ottiche la cui focale minima sia non meno di un terzo della focale massima, ad es. 35-105 mm; invece un 28-120 mm. che ha un rapporto di circa 1:4 sarà sicuramente più scadente del precedente, con notevole perdita di nitidezza, e aumento di distorsioni e aberrazioni.

Un esempio:
è stato fotografato un muro uniforme con il grandangolo di due differenti fotocamere: Nikon P4 e Canon Powershot 620 (modelli di elevata qualità per le rispettive case).
Come vediamo in entrambe le immagini esiste una vignettatura agli angoli caratteristica di tutti i grandangoli e enfatizzata negli zoom







Canon Powershot A620








Nikon P4

ma mentre nella Canon (alto) appare molto marcata, nella Nikon (basso) è quasi inesistente.
D'altro canto nella Nikon assistiamo ad una zona che dal basso/dx si estende verso il centro del fotogramma marcatamente più scura; nella Canon il fotogramma è più omogeneo.

Orientimoci quindi su quei marchi di obiettivi che hanno una tradizione consolidata nell'ottica e nella fotografia professionale (Canon, Nikkor su Nikon, Pentax, Zeiss su Contax e Sony, Leica su Leica e Panasonic, Schneider su Ricoh)


Lo Zoom Digitale
Ora questi due elementi appena descritti sono collegati tra loro da un terzo elemento: quello che viene definito zoom digitale
Lo zoom digitale altro non è che la possibilità a livello di software di incrementare la capacità dell'obiettivo di restringere ulteriormente il campo, riducendo semplicemente l'area del sensore che cattura l'immagine.











Immaginatevi di usare il grandangolo per inquadrare un paesaggio, poi volete fare un'inquadratura più ravvicinata utilizando la possibilità dell'obiettivo, che arrievrà fino ad un certo punto. Oltre quel punto il software della macchina interverrà ingrandendo l'area inquadrata.
Ecco che allora saranno importanti le dimensioni del nostro sensore: più pixel avrà, meno ci accorgeremo dell'ingrandimento digitale avvenuto.
La stessa procedura può essere ottenuta con un qualunque software di fotoritocco ritagliando l'immagine originale inquadrando solo la parte che ci interessa. Ma se l'iimagine originale sarà di piccole dimensioni il risultato sarà scadente con comparsa dei fastidiosi quadratini, mentre avremo un risultato soddisfacente lavornado su immagini del peso di diversi megapixel.
Quindi, concludendo, se per un 20x30 ci basta un sensore da circa 2/3 Mpixel, quando sfrutteremo lo zoom ottico alle massime possibilità, avremo bisogno di una macchina con un sensore di almeno circa 5/6 Mpixel.
Attualmente le macchine da 7 Mpixel garantiscono stampe di buona qualità sul formato A3 ossia un 30x40

La Batteria
Un altro elemento fondamentale nella scelta di una fotocamera compatta digitale è la batteria.
Questa macchine hanno un visore, uno schermo lcd situato nella parte posteriore del corpo, grazie al quale si può sia studiare l'inquadratura, sia controllare lo scatto finale e sia tutte le immagini immagazzinate nella memoria.
Questo display, oltre ad avere l'inconveniente che se è posto al sole ha una scarsa visibilità, assorbe e consuma tantissima energia soprattutto in virtù delle delle sue dimensioni; queste stesse dimensioni influenzano poi il costo della macchina fotografica.
A fronte di ciò, orientate quindi la scelta verso quelle macchine che hanno anche un mirino ottico, in modo da limitare l'utilizzo del display posteriore riducendo così il consumo della batteria.
Alcune macchine utilizzano batterie stilo AA alcaline o ricaricabili; altre macchine utilizzano quelle al litio ricaricabili (tipo quelle dei telefonini) con durata superiore. Le case produttrici sembrano oramai orientate nel proporre solo quest'ultima soluzione. In entrambi i casi comunque, sia per sostituire le pile e sia per ricaricarle, queste devono essere estratte dal loro allogggio; non è ancora invece previsto un attacco diretto al cavo carica batteria che sarebbe molto più utile.
Se possibile scegliete quindi quelle macchine che utilizzano le batterie AA. In caso di necessità due stilo le si trovano ovunque; mentre ricaricare una batteria richiede tempo e un posto fisso a cui attaccare il trasformatore.

Queste sono le considerazioni principali su cui ragionare per farsi un'idea dei prezzi di mercato (negozianti e internet) e per districarsi in questa giungla sempre più fitta per selezionare quelle quattro o cinque macchine che rispondano alle vostre esigenze.
La possibilità di filmati, di registrazioni audio, i software a disposizione, le modalità di esposizione e di messa a fuoco, i cavi di traferimento o di collegamento, e non ultimo il design, ecc...sono solo elementi secondari; quel di più, utile a definire la scelta.

Esiste un'ultima considerazione che nel settore dell'elettronica ha sempre valore: se possibile orientatevi sempre verso la tecnologia più avanzata, verso le possibilità e capacità maggiori degli hardware proposti, anche se più costosi.

E se nonostante queste indicazioni rimane un pò di confusione QUI
vi divertirete a trovare la fotocamera, e non solo quella, ideale per voi!
Questi invece sono alcuni siti davvero interessanti dove trovare test sulla fotocamere:
www.digitalcamerareview.com
www.photographyblog.com
http://www.trustedreviews.com

domenica, luglio 30, 2006

Fujifilm Modifica il Proprio Marchio








Il nuovo e il vecchio logo Fuji

Tratto da: Digifocus

In corrispondenza con la nuova riorganizzazione strategica, che prenderà il via il giorno 1 ottobre, la società modificherà il simbolo che l’ha contraddistinta da 26 anni a questa parte

Dal prossimo ottobre Fujifilm adotterà un nuovo logo. La scelta di modificare l'immagine che rappresenta l'azienda deriva dal fatto che proprio dal giorno 1 ottobre prenderà il via una nuova era per la società, in cui Fujifilm Holdings avrà la gestione strategica dell'intero gruppo, comprese le due maggiori realtà, Fujifilm Corporation e Fuji Xerox Corporation. In tale contesto, il business di Fijifilm farà capo Fujifilm Corporation.

Da ottobre andrà perciò in pensione un logo che per 26 anni è stato il simbolo della società ed è spesso stato associato a scelte tecnologiche innovative. Il nuovo logo eliminerà l'esagono rosso introdotto nel 1980 e aggiungerà un accento al centro del nome. Questo vuole rappresentare il contino impegno dell'azienda nei confronti delle tecnologie più avanzate. Mentre la colorazione rossa sta a significare la determinazione per la continua innovazione. Fujifilm continuerà comunque a usare il verde come colore aziendale.

Il nuovo logo sarà usato dovunque, a partire dai prodotti per arrivare alla pubblicità, dalle fabbriche agli uffici. Nelle intenzioni dell'azienda, per i clienti deve diventare una sorta di simbolo di qualità e affidabilità.

sabato, luglio 15, 2006

Una Foto da Campioni del Mondo


Campioni del Mondo!
Dopo 24 anni l'Italia intera esulta per il successo in una delle competizioni più celebrate e seguite nel mondo non solo occidentale.
E ricordate quale immagine è stata scelta da quasi tutti i quotidiani?
Sì, poprio questa fotografia. (Foto Reuters)
Una Fotografia emblema e simbolo.
Una Fotografia che richiama il ricordo della notte appena trascorsa, nella tensione, nella speranza, nell'altalenarsi delle emozioni fino alla fine, nel desiderio dell'avverarsi di un sogno, e infine nell'esultare per un momento unico e magico.
Una Fotografia di un sogno avverato
Una Fotografia non solo evocazione, non solo ricordo, non solo simbolo.
Una Fotografia perfetta in cui ciascuno di noi si rispecchia.
Ma perchè ha così tanta forza questa immagine?
Analizziamola da vari punti di vista..
Intanto è un'immagine semplice, solo tre colori la caratterizzano: il bianco, la pelle e l'oro; poi ha una struttura piramidale, triangolare con al vertice il simbolo per eccellenza del calcio moderno: la coppa del mondo.
E' evocativa di un momento che ciascuno di noi ha vissuto in prima persona grazie alla tecnologia mediatica: non si vede ma tutti noi sappiamo che quelle sono le mani dei nostri azzurri; ma anche evocativa di un momento di festa, un momento strorico nella storia del calcio.
Le mani che la circondano e la innalzano sono mani pulite (il caso ha voluto che non si vedesse nemmeno un tatuaggio di qualche giocatore) in un momento in cui ogni persona vuole nel suo intimo assistere e partecipare ad uno sport sano, onesto e corretto.
Ma soprattutto quelle mani, proprio perchè non identificabili e riconoscibili, sono le nostre mani, le mani di chi ha desiderato questa vittoria, di chi ha voluto riscattare le sconfitte ai rigori, le finali perse all'ultimo minuto altre i supplementari, i rigori di Baggio sbagliati; sono le mani di ciascuno di noi che aneliamo a qualcosa di più grande; sono le mani delle nostre speranze e dei nostri desideri.
Non è una fotografia simbolo di una vittoria ai campionati del mondo; questa immagine trascende quel momento storico e diventa emblema e simbolo della possibilità che i nostri sogni si possano avverare.

Grazie Azzurri!!!!

lunedì, giugno 12, 2006

Hasselblad H2D-39: una digitale da 39 milioni di pixel

Agli European Photo & Imaging Awards 2006, la TIPA seleziona la Hasselblad H2D-39 come Best Medium Format Digital System

La Technical Image Press Association (TIPA), tra i cui membri figurano gli editori delle più importanti riviste fotografiche di tutta Europa, ha annunciato i vincitori dei suoi European Photo & Imaging Awards 2006 su www.tipa.com e ha assegnato il premio di Best Medium Format Digital System alla Hasselblad H2D-39.

Per spiegare la scelta effettuata, la giuria della TIPA ha commentato: “Nella comunità professionale, il corpo macchina e gli obiettivi del sistema H della Hasselblad godono già di una reputazione in linea con la qualità eccellente delle Hasselblad tradizionali a pellicola. La nuova H2D-39, tuttavia, è una fotocamera digitale integrata che si avvale di un sensore da 39 megapixel e che stabilisce uno standard totalmente nuovo nel mondo del digitale.”

Nella votazione segreta per i migliori prodotti fotografici e di imaging introdotti in Europa negli ultimi 12 mesi, gli editori membri della TIPA hanno preso in considerazione l’innovazione, l’uso di tecnologie d’avanguardia, il design e l’ergonomicità dei prodotti, nonché la loro facilità d’utilizzo e il rapporto prezzo/prestazioni.

Commenta Christian Poulsen, CEO di Hasselblad: “Dopo oltre 15 anni di lavoro con le più avanzate fotocamere digitali, con la Hasselblad H2D-39 per me è come se fosse la prima volta: una fotocamera a scatto singolo che offre immagini digitali dalla nitidezza e risoluzione eccezionali, in cui l’eventuale effetto moiré viene simultaneamente ridotto al minimo assoluto. Abbiamo sviluppato la H2D-39 nello spirito Hasselblad di impegno costante nella creazione degli strumenti ottimali che permettano ai fotografi di scattare le migliori foto possibili e siamo lieti che la TIPA abbia riconosciuto i risultati tecnici che fanno della H2D-39 la fotocamera che è: la migliore fotocamera DSLR high-end oggi disponibile al mondo.

Annunciata nel gennaio 2006, la Hasselblad H2D-39 è la prima fotocamera digitale auto-focus al mondo con sensore da 39 megapixel. Basata sulla combinazione del nuovo sensore CCD da 39 megapixel effettivi con la sua esclusiva tecnologia DAC (Digital APO Correction), la H2D-39 è compatibile con l’intera gamma di obiettivi a otturatore integrato centrale del sistema H di Hasselblad, i migliori obiettivi digitale del mondo, nonché con il sistema di obiettivi del sistema V di Hasselblad (mediante l’adattatore CF Hasselblad). Dotata di funzionalità estese, come l’Instant Approval Architecture e la Natural Color Solution di Hasselblad, la Hasslblad H2D-39 offre ai fotografi professionisti il massimo livello di integrazione e flessibilità.

Digital APO Correction (DAC) – Messa a punto di immagini di eccezionale qualità
Basata sull’acquisizione di un set completo di metadati, la Hasselblad H2D-39 esegue una correzione automatica dei difetti del colore a ogni scatto. Ciò significa che le acquisizioni digitali, per impostazione predefinita, vengono ottimizzate in base al massimo dettaglio che l’obiettivo può ottenere. Questa funzione è detta Digital APO Correction (DAC) a indicare la correzione ‘APO-cromatica’ delle immagini. L’implementazione della funzione comprende la mappatura estremamente dettagliata di ogni obiettivo del sistema H che porta a una qualità sbalorditiva dell’immagine.

Instant Approval Architecture
L’acquisizione di immagini digitali senza limiti perde parte del suo potenziale se il fotografo non può esaminare e selezionare velocemente le immagini migliori da presentare al cliente. L’Instant Approval Architecture (IAA) di Hasselblad è utile nella classificazione delle immagini in base ai parametri tecnici e consente al fotografo di effettuare il downgrade delle immagini di scarsa qualità visiva, avendole visualizzate in anteprima su un display OLED chiaro e luminoso. L’ordinamento delle immagini contrassegnate in rosso, giallo o verde è un’operazione molto veloce. I segnali acustici e visivi facilitano il processo di selezione dando un feedback immediato durante lo scatto.

Natural Color Solution
Le soluzioni per la gestione del colore in passato hanno imposto alcune limitazioni ai fotografi digitali professionisti a causa della scelta obbligata di uno specifico profilo colore che si adattasse alla fotografia di diverse tonalità della pelle, metalli, tessuti, fiori ecc. Per eliminare queste limitazioni, Hasselblad ha sviluppato la sua Natural Color Solution da utilizzarsi con il suo software di imaging FlexColor. Lavorando con la potente Hasselblad Natural Color Solution, i fotografi professionisti possono produrre colori out-of-the-box straordinari e affidabili, con accurate tonalità della pelle per i ritratti, speciali gradazioni per i prodotti e altri colori difficili accuratamente riprodotti.

Info: Andrea Mariani-Hasselblad

domenica, giugno 11, 2006

Recensioni: Leggere la Fotografia

Tratto da Digifocus.it di Gabriele Zuppati











Il libro di Augusto Pieroni spiega in termini didattici come affrontare la lettura di un’immagine fotografica, sconfinando nei criteri che concorrono a costruire una comunicazione visiva.

Ho tentato spesso, specialmente insegnando, di razionalizzare il percorso che porta a dire perché un'immagine ti piace o no.
Evidentemente è più corretto cercare il motivo per cui una fotografia comunica meglio di un'altra, poiché troppo spesso le motivazioni che ci portano a innamorarci di un'immagine sono talmente personali, e solo in parte razionali, che risulta un'impresa ardua identificarli e ordinarle, magari gerarchicamente.

A questo proposito ho finito di leggere da pochi giorni un libro che mi ha entusiasmato a tal punto che l'ho regalato a tre colleghi insegnanti. Si tratta di Leggere la fotografia. Il libro tratta in termini didattici, perciò secondo un percorso coerente, come affrontare la lettura di un'immagine fotografica e quindi anche i criteri che concorrono a costruire una comunicazione visiva.

Evidentemente non è e non può essere una guida al sentire ma solo al vedere in termini fotografici. Pieroni, che è docente di Storia della Fotografia presso “La Sapienza” di Roma, mi è sembrato veramente molto chiaro in un campo così pernicioso.

Autore: Augusto Pieroni
Titolo: Leggere La Fotografia
Editore: Edizioni EDUP
Prezzo € 8,00

sabato, giugno 10, 2006

Fotografia. E' morto Arnold Newman maestro del ritratto

Ho trovato questa notizia su RaiNews24

E' morto il 7 giugno 2006 all'eta' di 88 anni in un ospedale di New York il fotografo Arnold Newman, celebre per i suoi ritratti di artisti, da Igor Stravinsky a Pablo Picasso passando per Woody Allen, che spesso sono apparsi sulla rivista "Life".

















Le fotografie di Newman, miravano a catturare l'anima e non solo il viso dei suoi soggetti. Ritraendo i protagonisti come fossero parte del loro luogo di lavoro ha creato uno stile chiamato "ritratto ambientato". Tra le sue foto più note quello scattata al compositore Stravinsky, seduto a fianco del suo pianoforte che domina completamente la scena
." (da RaiNews24)










Ogni parola che commenti la straordinaria grandezza delle sue fotografie è superflua.
Per questo preferisco lasciar parlare le sue fotografie come un suo grande regalo per ciascuno di noi
(e qui potete vederne qualcuna) e condividere ciò che lui pensava:

  • "Noi non facciamo foto con la nostra macchina fotografica, ma con il nostro cuore e con la nostra mente"
  • "La fotografia, come ben sappiamo, non è per niente reale, E' un'illusione della realtà con cui noi creiamo il nostro mondo privato"
  • "Scordati di etichettare me in qualche maniera. Sono interessato in ciò che motiva le persone, ciò che fanno nella loro vita, nella loro personalità, e in come io percepisco e interpreto ciò. Ma di uguale importanza se non maggiore è il fatto che il fotografo dovrebbe eccitare l'osservatore"
  • "Una volta chiesi a Stieglitz se dovessi ritoccare una foto e lui mi disse: non mi preoccupo di ciò che fai con il negativo, ci puoi sputare sopra, ritoccarlo, o metterlo sotto i piedi... l'unica cosa che realmente vale è l'immagine finale. Se è onesta apparirà onesta. Se no lo è, tu e chiunque altro lo potrà dire"
  • "Quando io fotografo, io sto disegnando sullo sfondo della mia consapevolezza dell'immagine, o nel modo in cui io sento e penso. Noi facciamo foto a seconda del tipo di persona che siamo. siamo individui. Questo è il motivo per cui fotografo in questo modo. Non dico che è il modo migliore o l'unico modo. E' semplicemente il mio modo"
















Grazie Arnold....

sabato, giugno 03, 2006

Un'idea: una foto e una pubblicità originali

E' appena uscita sulla rivista specializzata nel settore cosmetico "Imagine", la pubblicità della nuova linea solare Kalezia.


















Si tratta di prodotti innoviativi di una azienda emergente che punta sulla qualità dei prodotti immettendosi in un mercato particolarmente difficile ma in continua evoluzione come quello cosmetico.
L'esigenza era quella di posizionarsi reggendo il confronto e la concorrenza con marchi prestigiosi, di diffusione mondiale, con una comunicazione univoca, distinguibile efficicace e precisa.
Il marchio della linea solare è un'evoluzionee un'implementazione di quello della linea cosmetica base in modo da mantenere inalterato la riconoscibilità dello stesso; il packaging è basato non solo sulla qualità estetica ma anche sulla perfetta leggibilità delle caratteristiche principali.
A questo punto si è studiata la pagina pubblicitaria, la cui immagine viene utilizzata anche per i depliant esplicativi.
Si è deciso di giocare sulla personalizzazione del marchio e del prodotto.
L'ambiguità della frase "La tua linea" intesa come la tua inea solare, ma anche la tua linea fisica è il rafforzamento del concetto della personalizazione tanto evidente da lasciare un segno, tanto personale come un tatuaggio, come un segno inequivocabile di unicità e identità. E ancora il gioco corre sul filo dei doppi concetti: lascia un segno ma è anche il segno dell'abbronzatura che la mdella vuole mostrare.
La tendenza bicromatica - arancione e azzurro - amplificano la forza di impatto di quest'immagine che, pur essendo stata realizzata in studio, richiama al realismo della naturalità di una pelle cosparsa di sabbia

Ancora una volta la corretta unione di elementi linguistici, tecnici ed estetici, è il fattore determinante in una comuncazione efficace; ottenendo come risultato l'obiettivo prefisso: reggere i confronto con la comunicazione delle multinazionali. E questo confronto è stato ampiamente superato.

art direction: paolo frega

mercoledì, maggio 31, 2006

Una pubblicità e una fotografia ben fatte!

E' di questi giorni la nuova campagna pubblicitaria con le fotografie dei costumi da bagno di Calzedonia. E' una delle più efficaci campagne realizzate negli ultimi anni nel settore mare.


















E' un pezzo di realtà, e proprio perchè ricostruito in studio con una adeguata progettazione è più vera della realtà stessa.
E' la realtà che vediamo e che sogniamo, quella che desideriamo e che ci fa stare bene.
E' un perfetto connubio tra comunicazione e tecnica: il modo con cui le tecniche sono utilizzate, permettono di trasmettere un messaggio coerente e vincente. Finalmente attraverso queste immagini ci si allontana dallo stereotipo della donna tanto sensuale, fatale e irraggiungibile da essere irreale, per orientarsi verso un senso di divertimento, freschezza, spensieratezza dove l'elemento eleganza, bellezza e sensualità, pur sempre presenti, sono la naturale cornice.












Nelle riprese fotografiche dei modelli, realizzate in studio, si dà importanza al movimento, quello del corpo, sia esso verso l'osservatore o sia esso in corsa. La ragazza, volutamene somigliante alla Seredova, guardando verso l'obiettivo diventa un soggetto che comunica uno stato emotivo e non un oggetto che porta un abito. Il senso di bagnato, la corretta luce, la scelta del corretto obiettivo e del punto di ripresa che caratterizzano la situazione prospettica, e il perfetto montaggio in post-produzione tra lo sfondo di un mare molto simile a quello italiano, la modella e gli spruzzi antistanti, sono i fattori che sintetizzano l'espressione di un messaggio, dove il prodotto e il marchio proprio perchè secondari, risultano saldamente impressi nella mente dell'osservatore.
Per presentare e vendere un prodotto non è più sufficiente una bella fotografia; il prodotto va presentato attraverso l'immagine che deve sottostare a precise regole comunicative della psicologia.


Trasferire un'immagine digitale

Un vecchio articolo del 2001 della rivista italiana Reflex descrive come ottenere delle stampe in bianco e nero su carta fotografica all'argento, partendo da un originale digitale. e interessante questa interazione tra le tue tecnologie, anche se a mio avviso, la qualità tonale della nuove stampanti inkjet,e la qualità dei novi supporti è davvero elevata. é un modo per mantenere una certa artigianalità in un mondo sempre più dominato dalla tecnologia e dal tempo che manca. Sicuramente, se la durata di una stampa su carta fotografica all'argento è quantomeno certa (possiamo avere un riscontro sul esito di fotografie stampate più di 50 anni fa) non è così certa la durata delle stampe realizzate con i sistemi attuali. Ma è importante che una stampa duri così tanto? esiste sempre il file originale, in cui sono state fatte tutte le modifiche e i ritocchi fotografici voluti, che si può ristampare.
Ecco come la pensa Marco Foddel nel suo articolo:
"Conosciamo le difficoltà che si incontrano nel realizzare una fotografia bianconero che rispetti ciò che abbiamo previsualizzato e spesso il risultato finale non corrisponde all'idea che avevamo in mente.
I motivi della frustrazione che ne deriva sono molteplici e da ricercarsi in tutte le fasi del processo fotografico, dalla ripresa al trattamento. Tuttavia, si cerca di pilotare il risultato nella direzione voluta con tecniche di non facile esecuzione, a volte addirittura impossibili, soprattutto in fase di stampa. Penso ad interventi di mascheratura o bruciatura su piccole porzioni del negativo, oppure alle diverse variazioni di contrasto in altrettante differenti zone del soggetto ed a difficili interventi di ritocco per eliminare imperfezioni o difetti nell'immagine. Operazioni, queste, che richiedono una esperienza notevole, spesso non sufficiente ad ottenere un risultato perfetto. Siamo nel caso limite, una sorta di confine tra possibile ed impossibile in cui la fotografia tradizionale si ferma.

Al giorno d'oggi, però, il fotografo ha uno strumento in più su cui contare: la fotografia digitale. Cresciuta qualitativamente in modo esponenziale, in questi ultimi tempi ha raggiunto, grazie a sofisticatissimi ed efficaci software, livelli qualitativi che non fanno più sorridere ma che permettono di oltrepassare efficacemente il confine suddetto.
Al di là dalle possibilità tecniche offerte dalla fotografia digitale, chiunque si sia incantato a rimirare le proprie immagini digitalizzate attraverso lo schermo di un PC, sicuramente sarà rimasto colpito dalla nettezza e brillantezza dei toni.
Il problema nasce quando si vuole stampare quella bellissima immagine in bianconero, non necessariamente frutto di un programma di elaborazione grafica, che vediamo sul monitor. Il metodo più ovvio è quello di servirsi di una stampante Ink Jet. Tuttavia, anche con una buonissima ed evolutissima stampante di qualità fotografica si otterrà un'immagine costituita da inchiostri su carta.

Dal punto di vista qualitativo una stampa ad inchiostri, pur avvicinandosi molto a quella tradizionale all'argento, non riesce, almeno per il momento, ad esservi pienamente equivalente. Ciò è dovuto al fatto che un'immagine fotografica tradizionale è costituita da argento metallico che a tutt'oggi è insuperabile nel conferire ai soggetti profondità e modulazione tonale. Ma a parte questo aspetto esiste un altro fattore di imprescindibile importanza: la durata delle stampe.
E' pur vero che le note case costruttrici di stampanti Ink Jet promettono stampe di durata centenaria ma di ciò abbiamo, per l'appunto, solo promesse (sostenute da test difficilmente verificabili) che dovremo riscontrare tra almeno cento anni: francamente troppi!
D’altra parte, non si può rimanere indifferenti innanzi alle possibilità di intervento che opportuni software possono offrire sulle immagini digitali (ossia prodotte da fotocamera digitali) o digitalizzate (prodotte da negativo scandito) e al notevole impatto qualitativo che ne deriva, tale da farci desiderare di vederle realizzate su carta fotografica tradizionale.
Fino ad oggi una simile possibilità per il bianconero non esisteva (a parte riprodurre, dopo inversione, il file del positivo digitale in negativo digitale su pellicola per mezzo di un costoso fotorestitutore, che in base a prove fatte almeno sul bianconero, abbassa notevolmente la qualità finale).
I "limiti" mi hanno da sempre affascinato e fatto risvegliare la mia "sperimentite", che si è tradotta nel desiderio di ricercare un valido metodo per tradurre un'immagine elettronica in chimica, nel rispetto della qualità fine art.
Da un cultore della fotografia tradizionale bianconero fine art come notoriamente sono, il trattare l'argomento digitale potrebbe apparire non coerente, se poi aggiungo di aver trovato un metodo pratico, economico ma eccellente per trasformare un file digitale bianconero in una fotografia su carta fotografica (badate bene, fatta di argento metallico, non d'inchiostro!), allora si passa all'incredulità assoluta. Ebbene, forse è proprio il connubio tra arte, desiderio di proiettare un elaborato digitale su carta fotografica e la mia cultura di chimico che ha scaturito un'idea pazzerellona che però nella pratica e nell'efficacia si è rivelata vincente: da digitale a carta fotografica bianconero.
Ma andiamo per gradi pur riservandomi di approfondire questo argomento in futuri articoli che prenderanno in considerazione gli aspetti comparativi e qualitativi tra diversi materiali".

domenica, maggio 28, 2006

Fotografia Digitale o Fotografia Tradizionale?

2° Parte
La più importante caratteristica che ancora non è stata superata dalla fotografia digitale è quella legata alla profondità del colore e alla cromaticità.
Prima dell'avvento del digitale esisteva quasi un monopolio delle emulsioni sia in dia e sia in negativo: quello della Kodak



















Pur offrendo pellicole di varie sensibilità e caratteristiche tecniche, la kodak ha imposto una propria visione del colore: tonalità e incarnati caldi sinonimo inconscio di benessere a scapito delle tonalità verdi sempre molto ingrigite. Se ricordate, la stessa emulsione vergine delle pellicole tendeva al marroncino. Poi iniziò la giapponese Fuji a contrastare questo monopolio proponendo pellicole decisamente più fredde, in cui gli incarnati risultavano più naturali e i verdi brillanti. Ogni fotografo aveva la propria preferenza.

Il digitale deve interpretare il colore attraverso un algoritmo, anzichè grazie ad una risposta chimica con il risultato di una forzatura ed esasperazione del colore. Il risultato è che gli incarnati hanno sempre una dominante violacea, i passaggi tonali sono poveri, ma ancora più importante è il fatto che la risposta cromatica proposta si distanzia notevolmente da quelle di Kodak e Fuji. Stiamo pertanto osservando e vivento il passagio ad una nuova cultura cromatica, come risultato di una interpretazione della realtà, così come lo è stato per decenni quella imposta dalla Kodak.
La mia sensibilità mi porta a prediligere ancora le pellicole, ma le necessità e la comodità mi orientano al digitale.
Qui potrete vedere come nel corso degli anni e tattraverso l'espressività dei più grandi fotografi, si sia evoluto il colore nel corso degli anni

giovedì, maggio 25, 2006

Ma Kate Moss, fa ancora Pubblicita'?.....

Era il 15 settembre del 2005 quando una dei più venduti tabloid inglesi, il Daily Mirror, pubblicava le immagini esclusive e scandalistiche


















di una delle più famose ricercate e sicuramente espressive modelle del mondo: la bellissima Kate Moss cocainomane.
La notizia fece il giro del mondo in un attimo.
Ogni mezzo di stampa mondiale si affrettò a divulgare una così ghiotta informazione.
Si amplificò l'argomento con generalizzazioni (il mondo della moda è tutto così..)
con possibili conclusioni verosimili (una carriera stroncata, rescissi contratti da milioni d dollari),
si gridò allo scandalo.
Quando venni a conoscenza del fatto dalla tv, mi venne subito in mente lo scandalo per eccellenza del 1975.
Ricordo che mio padre si affrettò a comperare quel settimanale
(non ricordo il nome), esaurito in pochissime ore, che in esclusiva in italia aveva pubblicato le foto di Jacqueline Kennedy nuda su un isola greca.
E allora mi sono chiesto: ma qual è la vera notizia?
Quella di "Kate Moss che si fa", o che esiste ed è disponibile per ciascuno la "fotografia di Kate Moss che si fa"?
A pochi importa realmente sapere di un fatto del genere, e la reazione comune è: "mi dispiace per lei, ma se lo fa, sono cavoli suoi"...
Ma la foto,... sì, l'immagine in cui poter vedere qualcosa di esclusivo, di nascosto e segreto della vita privata di una persona, quello sì che è interessante; e se poi questa persona appartiene al mondo idealizzato, e proposto dai media come il più esclusivo, della moda... beh...quella è UNA NOTIZIA!

Ma allora se il contenuto della notizia è lo stesso, cosa cambia?
Cambia il modo con cui questo contenuto viene espresso.
Cambia "solo" il mezzo espressivo e ogni mezzo espressivo ha la sua peculiarità, ma nessun mezzo, come la fotografia in questo caso, ha una tale efficacia.

Non passò molto tempo che fu presentato il nuovo Pirellli 2006 in cui comariva proprio Kate, Cavalli la scelse come testimonial, e dopo aver ininterrottamente continuato a lavorare, ora ce la ritorviamo più bella che mai in tv










Ma allora dopo tutto quello scandalo, dopo tutto quel vociare niente è cambiato?
Esatto! Nulla è cambiato perchè nulla è successo.
Solo immagini di vita privata di una persona
utilizzate per fini commerciali.
Personalemente sono contrario a qualunque tipo di dipendenza,
sia essa alcool, droga, fumo o tv,
e mi rammarico se uno dei volti più esclusivi della moda degli ultimi venti anni
ne sia soggetta;
ma è la vita privata di una persona in cui non ho alcun diritto di entrare.
Da puro esteta quale sono, mi rallegro però del fatto
che Kate sia di nuovo presente a stupirci ed ammaliarci con quel suo straordinario fascino
alla faccia di chi voleva distruggere la carriera e la vita di una persona attraverso la stessa matrice che l'aveva resa celebre:
la fotografia


sabato, maggio 13, 2006

Fotografia Digitale o Fotografia Tradizionale?

(1° parte)
Da quando nel 1839 è ufficialmente nata la fotografia, quando cioè se ne attribuì la paternità a Daguerre


















che riuscì a catturare l'immagine su lastre di rame ricoperte da uno strato di argento (i daguerrotipi), la fotografia sembra si sia sempre accollata l'onere di rispondere della sua forma espressiva.
Non appena la nuova arte si diffuse, si iniziò a contestarne la natura: "la fotografia è arte?"
La fotografia e la sua espressività camminarono di pari passo con la ricerca estetica e tecnologica.
Lo studio dell'ottica, e della chimica favorirono lo sviluppo e la diffuisone di quetsa nuova meraviglia.
Ma fu l''invenizione del negativo, con la conseguente possibilità dell'illimitata riproducibilità (che fu poi il motivo per cui si ricercò e si inventò la fotografia) che diede la tanto ricercata e definitiva svolta.
Il collodio, la gomma bicromata erano alcune delle diverse possibilità che la ricerca aveva offerto in questo così affascinate settore.
Si svilupparono due grandi filoni: il reportage e il ritratto.
Ma era più arte il reportage o la fotografia di studio?...
Poi fu l'era del colore; e ancora: è meglio il bianco e nero o il colore?
E poi la volta della diapositiva... e poi quella della Polaroid...e c'è il digitale.
La fotografia è la prima forma espressiva che nasce da una tecnologia, e questa sua natura è sempre stata caratterizzante.
Partendo da questi presupposti risulta quindi chiaro che l'evoluzione tecnologica ha sempre fatto parte del bagaglio genetico di questa arte e che quindi ogni discussione in merito alla sua evolzione possa apparire alquanto inutile e superflua.
Nello stesso tempo, se è ormai ovvio elencare i pregi e i vantaggi della fotografia digitale (primo fra tutti il tempo) non è così banale conoscere quali sono quelli che danno ancora spazio, sia pur sempre più ridotto, alla fotografia tradizionale.

domenica, maggio 07, 2006

La comunicazione attraverso il marchio

Recentemente la Fiat, sicuramente in seguito anche ai mutamenti dei vertici aziendali, ha rinnovato il proprio marchio





Ogni azienda di successo, indipendentemente dall’ordine merceologico e dalla zona geografica di appartenenza, ha evoluto il proprio marchio, affinchè esso fosse in linea con i valori e lo stile dell’epoca di riferimento.








E' necessario che un marchio, allontanandosi dall’obsolescenza in cui inevitabilmente ogni cosa ricade con il tempo, diventi uno strumento efficace nel comunicare lo spirito di impresa in linea con le attuali esigenze di mercato e attraverso le più innovative tecniche di comunicazione.
Perchè ciò avvenga deve rispondere ad alcune precise caratteristiche: leggibilità, sintesi, equilibrio grafico e cromatico, riproducibilità.
Ma più di tutto,ciò che ora conta, sono le sensazioni che un marchio è in grado di creare. In un clima di così forte competitività, ciò che un marchio trasmette, e in senso lato, quello che trasmette l'azienda attraverso la sua comunicazione, è diventata la caratteristica fondamentale.

martedì, maggio 02, 2006

Vodafone: Megane Gale o Natalie Andrade?

Sono in molti a chiedersi se la bella modella brasiliana
Natalie Andrade









prenderà il posto di Megane Gale e se ne sarà la degna sostituta.

Ricordate i primi spot dell'allora Omnitel?














Quando ancora Omnitel doveva prendere mercato,

quando ancora i cellulari funzionavao solo nelle città
perchè la copertura nazionale non era assoluta come adesso.
La Omnitel decise di scegliere una modella, una ragazza immagine.
Chi vinse la selezione fu proprio l'australiana Megane Gale ,
ma nessuno si sarebbe mai aspettato il successo
che ottenne.






















Così Megane Gale divenne il volto esclusivo di Omnitel, firmando anche contratti di esclusiva

che non le permisero di sfruttare altrove la propria bellezza.
Quando poi la Omnitel fu ceduta a Vodafone
lentamente la situazione cambiò.
Prima si dovette affrontare il passaggio da un marchio
graficamente riconoscibile ad un altro
che possedeva gli stessi colori del più grande concorrente in italia
Da verde/nero a rosso.
La stessa comunicazione cambiò.
Megane divenne un centro in cui ruotava la vita comune delle persone,
"Tutto intorno a te"
Ora si va oltre.
Le esigenze di mercato sono cambiate,
in italia sta dilagando la multietnia,
compaiono sugli autobus pubblicità di sistemi bancari
orientate agli stranieri, la lingua inglese
sta diventando una seconda lingua madre grazie alla scuola e all'informatizzazione.
C'è bisogno di sicurezza, a causa della situazione politica internazionale;
la comunicazione digitale e diventata la normalità.
In una situazione del genere è necessario far passare un altro tipo di messaggio.
I giovani sono la risorsa del futuro, e sono loro che possono cambiare il mondo.
E' per questo che non credo che l'azienda cerchi nuovamente uno stereotipo.























Natalia Andrade, e
qui potete vedere altre sue foto come modella,
non potrà mai essere l'unico riferimento estetico
per un'aziendaa così attenta per necessità
ai cambiamenti sociali e quindi di mercato....Now!

lunedì, maggio 01, 2006

Un Paradosso della Fotografia

















Che strano paradosso.

Il punto di forza della fotografia è sempre stato l’istantaneità,
il riuscire a cogliere l’attimo unico e irripetibile,
come segno di assoluta certezza della realtà
( “ho fatto la foto proprio mentre succedeva!!!”)
e ora sappiamo che ci sono altri attimi,
frutto di una progettualità, magari anche falsi e ricostruiti,
ma che sono più veri del vero e che possono avere valore superiore;
attimi che ci riconducono a ciò che desideriamo,
a ciò che sognamo, a ciò che vorremmo che fosse,
o che sappiamo esistere ma non abbiamo mai visto.
(un esempio per tutti la foto di Joe Rosenthal
in cui i marines piantano la bandiera americana sul suolo di Iwo Jima
verso la fine della seconda guerra mondiale:
è stata una ricostruzione,
ma ha trasmesso i contenuti esatti in maniera precisa ed efficace)
Qui la storia
e qui le immagini

La fotografia si è liberata della prigione in cui era finita.
La fotografia non è la realtà, ne è un' interpretazione;
o come ha detto Arnold Newman di recente scomparso:
"E' un'illusione della realtà con cui noi creiamo il nostro mondo privato"

E anche quando si realizzano immagini di reportage.
immagini che rappresentano avvenimenti reali e concreti,
drammatici e intensi,
queste sono frutto anch’esse di una progettualità, di una pianificazione inconscia.
Sì perché l’immagine deve esistere dentro sé stessi ancor prima di scattarla;
ed è proprio perché esiste dentro di te,
che quando assisti ad un fatto,
sei libero di riprenderlo ed interpetarlo.
Altrimenti quel pezzo di vita non ti interesserebbe.

Non esiste più spazio per l’approssimazione.
Tutto deve avere un significato ed essere congruente.
Nulla può essere più lasciato al caso,
anche perché nulla accade per caso.

La Lettera....







Non potevo esimermi dal pubblicare e condividere
in questo blog
quella che per me è sempre stata
un esempio di comunicazione efficace:
la lettera di Totò nel mitico film
Totò, Peppino e la malafemmina.


Sei pronto? Avanti, scrivi; incomincia: Signorina...

Dove sta la signorina?

Ma che, è entrata una signorina?
Va' avanti, animale.
Signorina è l'intestazione autonoma della lettera.
Signorina, veniamo noi con questa mia addirvi - una parola -
che scusate se sono poche ma settecentomilalire... punto e virgola!
noi ci fanno specie che questanno - una parola -
c'è stato una grande morìa delle vacche,
come voi ben sapete... punto; due punti!
Massì, fai vedere, che abbondiamo... Abbondantis in abbondandum!...
Questa moneta servono a che voi vi consolate, vi consolate... Scrivi, che aspetti?

Avevo capito l'insalata...

Non mi far perdere il filo...
vi consolate, dai dispiaceri che avreta, che avreta, che avreta...
già, è femmina e va il femminile, perché lo dovete lasciare

Non so, perché che?...

E che "non so"?
"Perché" è aggettivo qualificativo...
perché dovete lasciare nostro nipote
che gli zii che siamo noi medesimo di persona
vi mandano questo, perché il giovanotto è studente che studia,
che si deve prendere la laura,
che deve tenere la testa al suo posto cioè sul collo ...punto, punto e virgola!

Troppa roba.

Lascia fare...
se no dicono che siamo provinciali, che siamo tirati...
Salutandovi indistintamente, salutandovi indistintamente... i fratelli Caponi...
Apri una parente che siamo noi.
Hai aperto la parente?
Chiudila.

Da Totò, Peppino e la malafemmina, 1956

Lo Spot di RMC







E' da poco apparsa sugli schermi
la nuova campagna televisiva di Radio Monte Carlo
con due spot di notevole impatto.

Qui li potete vedere entrambi.

In quei pochi secondi
gli ideatori sono stati capaci di coniugare e sintetizzare
musica, bellezza, stile, e un pizico di ironia,
riuscendo a conferire quella caratteristica di originalità
che è sempre più difficile da trovare,
rendendo sicuramente il messaggio efficace.
Questa è musica!...di gran classe....

Il Tempo della Fotografia













La fotografia, come tutte le forme espressive,
è principalmente comunicazione.

Nell’attuale periodo culturale, la maggior parte della comunicazione avviene attraverso l’immagine;
e il cinema, la televisione, la stampa, la pubblicità, e internet vivono dell’immagine;
il nostro stesso cervello trattiene molte più informazioni grazie alla percezione visiva
che non agli altri quattro sensi.

E poi l’evoluzione tecnologica ci ha imposto l’immediatezza comunicativa.

I contenuti che una volta potevano essere espressi prescindendo dalla temporalità,
ora devono essere trasmessi in maniera subitanea.
E’ come se ciò che manca alla nostra vita fosse il tempo;
non possiamo permetterci di perderlo;
la qualità della vita si dilata, la stessa vita media si allunga,
e paradossalmente il tempo si contrae e svanisce;
manca il tempo; non ce n’è più di tempo;
ed ecco che non c’è più tempo neanche per ascoltare;
abbiamo disimparato ad ascoltare;
ascoltare i segnali della società, i segnali che gli altri ci mandano, i segnali che il nostro corpo ci trasmette, i segnali che il nostro spirito ci invia.
Abbiamo imparato tralasciare tutti i sensi a favore di ciò che riceviamo per immagini, ricercando così quella comunicazione che pretende meno tempo.
E’ a tale proposito che la fotografia, come tutto ciò che è immagine,
assume una rilevanza fondamentale.
Spesso ci racconta di più un’immagine di guerra che l’articolo del giornalista;
e soprattutto ce lo racconta in meno tempo.
E le immagini dei cartelloni pubblicitari di Oliviero Toscani di qualche anno fa,
viste dalla nostra auto per qualche frazione di secondo,
rimanevano impresse nella nostra mente continuando il loro lavoro di provocazione.

Ed ecco una prima responsabilità per chi, come me, opera con la fotografia:
avere a disposizione un mezzo, la fotografia, con delle potenzialità enormi,
e in perfetta sintonia con l’esigenza odierna.

domenica, aprile 30, 2006

The Call











E' on line la nuova idea comunicativa Pirelli.
THE CALL

La simpatica ambiguità del titolo di questo cortometraggio
(The Call: La chiamata e The Cal: il Calendario per antonomasia),
interpratato da due grandi talenti del cinema e della moda,
John Malkovich e Naomi Campbell,
è solo un anticipo della grande creatività e di quella qualità
che la Pirelli ricerca sempre nella propria comunicazione.

Non so se vi è mai capitato di avere tra le mani un Calendario...
Beh, quando a me è successo,
non solo sono rimasto straordinariamente colpito dalle immagini,
che tra l'altro sono reperibili on line sul sito Pirelli,
ho anche capito e toccato con mano
cosa voglia dire la stampa di qualità
con quei giochi di inchiostri neri opachi e lucidi
e con quei dettagli nelle ombre e nelle luci,
adatte solo ad un "palato" sopraffino

Comunicazione sul 25 Aprile













Riflettevo sul modo di comunicare
di un manifesto promosso da Comune e Regione
apparso sia sui muri delle strade della mia città
in occasione del 25 aprile.
Una manifesto 6 metri x 3 titolava:
"25 aprile, Genova non dimentica".

Ora, in un periodo in cui la pace
è un valore comunemente riconosciuto e ricercato
almeno in gran parte del mondo occidentale,
credo che tale frase nasconda molta violenza.

"Non dimenticare" implica, il non voler dimenticare,
nasconde rancore, risentimento, odio, desiderio di vendetta.
Meglio sarebbe stato:
"25 aprile, Genova ricorda"
dove "ricordare" implica far tesoro dell'esperienza passata
affinchè non accada più.